PNRR, 4 lettere di speranza per gli imprenditori

Se ci sono state 4 lettere di speranza per gli imprenditori nel 2021, quelle sono P, N, R e ancora R. Almeno per chi si occupa di digitalizzazione delle imprese, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si annuncia come il New Deal della trasformazione digitale, una manna per chi da anni bazzica il Paese da nord a sud parlando con imprenditori che scambiano l’intelligenza artificiale con i Cyborg di Dragon Ball.

PNRR, le reali opportunità

Ma quali saranno le opportunità reali che offriranno i soldi stanziati dopo il primo anno di pandemia sarà una scoperta dei prossimi dodici mesi, quando il Piano dovrebbe entrare nel vivo. Nel frattempo, l’Italia ha raggiunto i 51 obiettivi previsti entro l’anno dal Piano: è questo l’annuncio fatto del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della Cabina di regia sul “Pnrr – Italia Domani” che si è svolta il 23 dicembre a Palazzo Chigi: un successo non scontato, per un Paese che presenta da sempre il problema atavico di non riuscire a spendere i soldi che riesce a stanziare, o ottenere dall’Europa, per le riforme. E se questo è il primo segnale di un cambio di passo, allora la speranza dei piccoli imprenditori del nostro settore è che si possano lentamente superare due problemi che fanno da zavorra alla crescita: un fisco asfissiante e complicato e la mancanza di competenze sul mercato del lavoro.

PNRR, la crescita delle competenze digitali

In quest’ultimo aspetto, per la verità, i passi avanti degli ultimi anni sono stati molti, almeno questa è la sensazione dal nostro osservatorio dove troviamo sempre più competenze adeguate alle richieste, soprattutto nei ragazzi più giovani, in uscita dal Politecnico di Milano. Se dunque i soldi saranno tanti e il Paese finalmente pronto a digerire l’innovazione, l’auspicio è che le istituzioni controllino che i fondi riescano ad arrivare veramente alle imprese, semplificando le procedure affinché l’innovazione possa generare un volano per l’economia interna e colmare finalmente il gap esistente tra le PMI italiane e le colleghe di altri Paesi come la Germania.

PNRR e PMI

Nell’ambito di questo percorso, che dovrà sostenere l’innovazione delle imprese sarà fondamentale prendere coscienza che il nostro tessuto economico è fatto di micro, piccole e medie imprese, che vanno stimolate e aiutate e non solo nominate in campagna elettorale. Se i processi di innovazione sono stati così lenti fin qui, è principalmente per un problema culturale. Per questo non sarà sufficiente creare bandi a fondo perduto, ma garantire da subito la liquidità per poter scaricare a terra la Digital Trasformation in azioni concrete.

PNRR, formazione e conoscenza

Un altro aspetto fondamentale di cui tenere conto sarà la formazione. Solamente formando gli imprenditori, facendo conoscere e testare le tecnologie, sarà possibile far intraprendere loro quel percorso che li renderà autonomi nella comprensione delle nuove tecnologie e nella scelta di adottarle per migliorare il loro business.

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