Parchi divertimento, lo scenario pandemico e il pricing

Parchi divertimento

Nel corso del 2020 il numero di visitatori dei parchi divertimento, a livello globale, è calato tra il 50% e il 90%. L’ampiezza di tale variazione dipende dal livello di restrizioni imposte dai singoli stati e dalla tipologia di parchi. Infatti, ad esempio nell’area EMEA (Europe, Middle East, and Africa) le perdite si sono attestate intorno al 60%, mentre nel continente americano, i cui i parchi sono per lo più frequentati da turisti stranieri, la perdita ha raggiunto circa il 75%. Un caso meno impattato dalla pandemia è stato, invece, quello dei parchi cinesi dei gruppi OCT e FantaWild, che, puntando principalmente sulla clientela locale, hanno contenuto le perdite facendo segnare mediamente un -20% sugli accessi.

Parchi divertimento, la ricerca TEA

Secondo una ricerca condotta da TEA/AECOM (Themed Entertainment Association) e pubblicata nel Report Theme Parks and Museum Index 2020, le vendite in corrispondenza di eventi negativi come atti terroristici, crisi economiche, pandemia o generali disordini sociali, hanno un andamento ciclico comparabile. In particolare, dovendo identificare dei trend, il primo anno tende a caratterizzarsi per un forte calo delle presenze, mentre nei tre anni successivi si registra una graduale ripresa. Nel caso specifico in cui ci troviamo, il 2020 è stato l’anno in cui si è raggiunto il calo delle vendite più evidente, dal 2021 fino al 2023 è prevista una graduale ripresa (e i dati del 2021 fino ad oggi lo confermano), e dal 2024 si dovrebbe ritornare ai livelli pre-pandemia. Questo significa che può essere ragionevole pensare che tra il 2023 e il 2024 ci sarà un ritorno alla piena operatività ed affluenza ed è anche corretto supporre che proprio in questo orizzonte temporale i parchi che stanno pianificando investimenti ne vedranno i benefici e saranno in grado di soddisfare le nuove aspettative del pubblico.

Parchi divertimento, riadattare la strategia alle nuove condizioni

Infatti, una delle conseguenze della pandemia sui parchi divertimenti riguarda l’evoluzione tecnologica della domanda e dell’offerta. Dal lato della domanda, i periodi di lockdown hanno favorito lo sviluppo di esperienze e attività virtuali in sostituzione a quelle fisiche. Sebbene ci si aspetti che questa abitudine si riduca con il ritorno alla normalità, è anche vero che resterà un’alternativa valida in molti ambiti.

Dal punto di vista dell’offerta e della gestione dei parchi divertimenti è stato necessario dotarsi di strumenti in grado di adattarsi facilmente alle nuove necessità. Tra gli ambiti più impattati dall’evoluzione digitale c’è sicuramente quello della gestione del pricing. Fornire un prezzo in grado di massimizzare i ricavi in relazione ad un numero ridotto di giorni di apertura o in funzione di un contingentamento di ingressi è diventata un’esigenza molto diffusa nel settore.

Parchi divertimento, pricing e Intelligenza Artificiale

In questo caso, l’intelligenza artificiale è lo strumento che meglio risponde a questa necessità, offrendo la possibilità di considerare congiuntamente molteplici fattori, attribuire un peso specifico ad ognuno di essi e adattare l’output all’evoluzione del trend quasi in tempo reale. Come testimoniato dalla scelta di alcune tra le principali realtà in Italia come Acquario di Genova e Zoomarine, che utilizzano il sistema di Dynamic Pricing di Premoneo per determinare il prezzo dei propri biglietti facendo leva sui dati di vendita e sulle previsioni di domanda. 

Dunque, il pricing si è rivelato, anche in questa situazione congiunturale, la leva in grado di massimizzare i profitti in maniera più rapida e consistente. Di sfruttare al meglio le potenzialità dei dati a disposizione per estrarne il maggior numero di informazioni possibili in modo da ottimizzare gli obiettivi di business preventivati.

Dotarsi di un’innovativa strategia di pricing in seguito ad un evento particolarmente negativo, come quello della pandemia, è sicuramente una delle alternative più veloci ed efficaci per tentare di compensare le perdite registrate e cercare di ottenere il massimo dalle performance commerciali del prossimo futuro.  

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