Il mercato dell’Information & Communications Technology (ICT) chiuderà il 2021 con una spesa pari a 34,4 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto al 2020: è quanto emerge dalla ricerca realizzata da Assintel – Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali di cui Premoneo è membro dal 2020 – insieme alla società di ricerca IDC Italia. Rientrando nel mercato dell’ICT tutte le tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione, i computer, le tecnologie audio-video e relativi software, che permettono agli utenti di creare, immagazzinare e scambiare informazioni, ovviamente includono anche le tecnologie di Intelligenza Artificiale di Premoneo.
ICT e la spinta della pandemia
Come sottolineato dalla ricerca, due aziende su tre, in Europa, si sono dimostrate non preparate anche dal punto di vista tecnologico ad affrontare le conseguenze di un’emergenza sanitaria come questa che ha sollevato alcuni temi cruciali come il lavoro in remoto, la sicurezza nella condivisione dei dati con l’ambiente esterno, la necessità di implementare nuovi canali di vendita e la capacità di adattare i propri processi al nuovo contesto.
Nel 42% delle imprese la spesa ICT complessiva post covid è rimasta invariata, ma è stata indirizzata su progetti specifici a sostegno delle attività durante la crisi, mentre il 9% delle imprese ha aumentato la spesa per sviluppare progetti innovativi e un altro 3%, pur riducendo la spesa totale, ha continuato a investire su progetti innovativi.
Sono le aziende di grandi dimensioni (oltre 250 addetti) quelle che hanno investito maggiormente (46% del totale), seguite dalle PMI (con meno di 10 dipendenti) a cui si riconduce il 26% della spesa totale. più della metà degli investimenti (il 51%) si è concentrato nelle imprese dei servizi, seguite dalle aziende manifatturiere (24%), PA, sanità e istruzione (13%) e dalle imprese nella distribuzione (12%).
ICT, le previsioni di spesa
Sempre il Report prevede che nei prossimi mesi la spesa delle aziende venga indirizzata principalmente alla ricerca di nuovi modelli di interazione con i clienti, alla creazione di servizi a valore aggiunto ai prodotti e all’internazionalizzazione delle attività.
Per tutte le aree analizzate dalla ricerca, la spesa è risultata maggiore nelle aziende con 50 o più addetti, mentre è più contenuta nelle imprese più piccole.
Per quanto riguarda la spesa per modelli di business improntati alla sostenibilità, l’investimento previsto dalle piccole imprese è circa la metà di quella prevista dalle aziende con 50 dipendenti e oltre.
Il reale freno all’innovazione e all’adozione di nuove tecnologie all’interno delle aziende sembra essere proprio quello della carenza di competenze in questo ambito. Dalla ricerca, soltanto il 28% ritiene di avere una buona cultura dell’innovazione e sufficienti competenze digitali, mentre il 34% ritiene di avere una cultura dell’innovazione adeguata ma di non possedere le competenze digitali necessarie, il 22% afferma di dover migliorare in entrambi gli ambiti e solo il 16% ritiene di avere le giuste competenze digitali, ma una cultura dell’innovazione non sufficiente. Resta forte anche l’incognita culturale: il 39% delle aziende analizzate rileva una perdurante mancanza di interesse e di cultura dell’innovazione del top management o della proprietà aziendale, diventando specchio di una fetta di PMI che ha bisogno di un cambio di visione.
ICT, l’impatto del PNRR
Per più della metà delle imprese italiane, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avrà un impatto positivo per il proprio sviluppo e per la ripresa economica del Paese. Questo perché il principale ostacolo all’innovazione – per il 45% delle imprese – risulta essere una generale carenza di risorse economiche e finanziarie da investire in progetti di digitalizzazione. “Non ci capiterà un’altra opportunità come questa, unica nel suo genere. Assintel è pronta a fare ALL-IN, investendo tutte le proprie risorse per contribuire alla Digitalizzazione e Innovazione del sistema economico del Paese”, commenta Paola Generali, Presidente Assintel. Un grande punto di domanda resta però in riferimento all’accessibilità ai fondi messi a disposizione del PNRR da parte delle piccole e medie imprese del settore. Sul tema si è espresso anche il Capo Dipartimento per la trasformazione digitale Mauro Minenna
ICT, l’interesse per i modelli di trasformazione basati su machine learning e intelligenza artificiale
Come emerso dalla ricerca, gli algoritmi di machine learning e le applicazioni di intelligenza artificiale stanno ridisegnando il mondo delle imprese. La capacità di valorizzare i dati, dentro e fuori il perimetro aziendale, si sta rivelando un vantaggio competitivo essenziale per diventare “imprese intelligenti” e crescere nella data economy. Essere una Intelligent Enterprise richiede l’attenta integrazione di persone, processi e tecnologie, dalle piattaforme di data management fino ai Big Data. Secondo IDC, entro il 2023, un’impresa su quattro userà gli analytics in real-time per guidare le decisioni sia a livello strategico, sia operativo, affidandosi ad applicazioni e processi “aumentati” con il machine learning e l’intelligenza artificiale per raggiungere nuovi livelli di dinamismo e capacità di adattamento.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale, dell’augmented intelligence e di forme di automazione più evoluta e flessibile avrà necessariamente un impatto su alcuni processi aziendali, si pensi soprattutto alle funzioni di supporto, alla gestione del front-end e alla produzione, oltre alla definizione dell’offerta in base alle esigenze del singolo cliente.
Proprio in questo contesto si inseriscono le soluzioni che sviluppiamo per i nostri clienti in supporto all’ottimizzazione dei processi commerciali. Fissa un incontro con il nostro team per comprendere in che modo potremmo aiutare la tua azienda nella digitalizzazione delle attività di pricing, forecasting e segmentazione.