API, tra informatica e business

API

Sempre più spesso le aziende che decidono di avviare un processo di digitalizzazione di alcuni business, per esempio in ambito marketing & sales, sentono parlare di API, ma di cosa si tratta? Per comprendere meglio che cosa sia un’API è necessario dimenticarsi per un attimo dell’informatica.

Pensando ad una presa elettrica, se si inserisce il carica batterie nella porta e vi si collega uno smartphone, si sa che quest’ultimo si ricarica, ma non è fondamentale che si sappia quale processo avviene al di là di quel contatto che si genera nella presa. Dentro al muro potrebbe esserci il famoso criceto gira su una ruota e genera energia, oppure un complesso sistema di trasmissione mediante un ammasso di fili intricati, che a noi non cambierebbe nulla.

Dunque, i tre buchi della presa elettrica rappresentano per noi un’interfaccia. La utilizziamo, sappiamo cosa ci permette di fare, ma non sappiamo come e perché.

API, tra informatica e business. La definizione

API sta per Application Programming Interface. Nell’esempio precedente è stata dunque analizzato il terzo elemento, l’interfaccia, mentre per comprendere al meglio gli altri concetti è necessario entrare nell’ambito dell’informatica. Application Programming si riferisce ad un software, un’applicazione appunto, che tramite i suoi sviluppatori, mette a disposizione delle interfacce che, se interpellate, svolgono un certo compito.  Ad esempio, queste applicazioni possono fornire una previsione delle vendite per un determinato prodotto, oppure informazioni sui clienti o su prospect per condurre indagini di Marketing e Sales magari troppo complesse da realizzare da zero.

API, tra informatica e business. I campi di utilizzo

Con gli algoritmi di Intelligenza Artificiale è possibile suddividere in gruppi (cluster) la propria base clienti in modo rapido e senza conoscere la matematica che c’è dietro, semplicemente invocando un webservice che un’azienda fornitrice ha messo a disposizione. Con un’integrazione software ad-hoc, questi webservice  hanno la capacità di salvare i risultati dei calcoli effettuati direttamente nel database dell’azienda cliente. In sostanza gli obiettivi e le attività effettuabili attraverso chiamate API sono praticamente illimitati.  

Le API per essere utilizzate, non necessitano per forza di una rete, infatti, per esempio possono fungere da interfaccia tra applicazioni utilizzate sullo stesso PC.

API, tra informatica e business. Le tipologie

Esistono diverse tipologie di API, ma 2 sono le principali, indicate in ordine di modernità ed efficienza:

  • SOAP (Simple Object Access Protocol)
  • REST (REpresentational State Transfer)

Le API del primo tipo sono più lente e complesse da sviluppare, ma il concetto non cambia: sia SOAP che REST sono due paradigmi di scambio informazioni e logiche. Aziende diverse possono effettuare chiamate API a vicenda per avviare uno scambio di informazioni e utilizzare logiche di calcolo che sarebbe troppo complesso o oneroso sviluppare internamente. Va da sé che sul concetto di API si basano la maggior parte dei processi di digitalizzazione di un’azienda.

API, tra informatica e business. La storia

I predecessori dei webservice, ovvero lo scambio di file tramite protocolli come FTP (FIle Transfer Protocol), oppure la condivisione di utenze di Database, costringono infatti le aziende a limitare e rallentare le proprie attività oltre far emergere questioni in diversi ambiti infatti:

  • in termini di sicurezza dare un accesso ad un estraneo, seppur in sola lettura e magari su delle viste create ad-hoc, rappresenta sempre una scelta rischiosa
  • ragionando in tema di efficienza, lo scambio dei file comporta che il file debba essere prima generato: e se il processo si interrompe? Se il file resta aperto e non è modificabile? Insomma, il rischio di errori operativi è sempre elevato.

API, tra informatica e business. Vantaggi e svantaggi

Certo, i webservice non sono esenti da problemi. Essendo servizi via rete, può benissimo capitare, ad esempio, di avere problemi di connessione che ne interrompono il funzionamento. Ma questi problemi varrebbero anche per FTP e accesso al Database.

I webservice sono il metodo più sicuro per proteggere la proprietà intellettuale, infatti non è necessario che chi utilizza un’interfaccia sappia quale sia il codice che vi è dietro e come siano state sviluppate certe attività “chiamate” attraverso l’interfaccia ed in più sono veloci sia da implementare che da richiamare.

L’altro aspetto che gioca fortemente in favore delle API è la scalabilità. Una volta che sono state create delle logiche o che sono state generate le informazioni da condividere, è tendenzialmente rapido creare dei webservice che permettano a terzi di utilizzarle. E si sa, nel mondo in cui viviamo oggi, la rapidità è tutto.

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