Negli ultimi anni l’impatto dell’intelligenza artificiale è cresciuto sempre più modificando la vita di tutti i giorni di ognuno di noi. Siccome siamo guidati da strumenti basati sull’AI praticamente in ogni ambito, dalla salute, agli acquisti, si sta facendo strada l’espressione “intelligenza aumentata” proprio per indicare il fatto che l’intelligenza umana risulti “estesa” da queste tecnologie.
Se l’Intelligenza Artificiale è l’insieme di discipline matematiche, informatiche e statistiche che consente di svolgere compiti ritenuti un tempo appannaggio esclusivamente umano, indirizzando problemi che vengono risolti dall’uomo tramite l’intelligenza. In questo contesto, si riconosce all’algoritmo una propria autonomia: una volta effettuato l’addestramento, il sistema volontariamente inizia l’azione nel suo ambiente e persegue degli obiettivi senza interagire con l’agente umano.
Al contrario, nell’Intelligenza Aumentata l’AI integra e supporta il pensiero, l’analisi e la pianificazione umani, mantenendo però l’intenzione di un attore umano al centro dell’interazione uomo-macchina.
Proprio in questo ambito abbiamo cercato di individuare alcune tendenze, le principali nei diversi campi di applicazione.
Intelligenza aumentata nella comunicazione
Sicuramente riuscire a comunicare con chiarezza e nei tempi giusti è fondamentale per il successo di un’azienda. Analizzare dati biometrici e suggerire una visita medica, analizzare l’andamento di un progetto e capire quando è utile suggerire un allineamento perché vengono immessi nel sistema dati discordanti. I nuovi strumenti possono fare questo, a patto però di essere alimentati adeguatamente. Gli algoritmi funzionano solo con dati a supporto e con un continuo aggiornamento. Questi aspetti conducono ad un altro tassello importante: il supporto alle decisioni. Grazie all’evoluzione della tecnologia il tool non si limita a dire “è necessario organizzare una riunione”, ma suggerisce anche che riunione, tra chi e con quale obiettivo. Oppure non si limita a dire “fai un check-up”, ma anche quale potrebbe essere il problema (anche se su questo punto c’è ancora un po’ di lavoro da fare).
Intelligenza aumentata per il marketing
In questo settore grazie all’AI ai marketer possono essere suggerite azioni da intraprendere per aumentare le conversioni, oppure forniti i dati analitici previsionali per metterlo nelle condizioni di prendere decisioni guidate dai dati e individuare le azioni in grado di supportare l’azienda nel raggiungere più velocemente gli obiettivi commerciali con il supporto delle azioni di marketing.
Intelligenza aumentata multidisciplinare
Spesso le diverse aree aziendali, soprattutto nelle PMI italiane, sono concepite come dei compartimenti stagni. Possedere un repository su cui vengono applicati algoritmi condivisi aiuta le aziende a lavorare veramente come un ecosistema, con funzioni interrelate e connesse, facendo in modo che decisioni vengano prese in sinergia e per supportare più attività, incrementando il valore dei dati stessi.
Intelligenza aumentata, interazione uomo-macchina
La sinergia è la strada vincente. L’intelligenza aumentata è in grado di portare un elevato valore aggiunto, ma è necessario ricordarsi che questi algoritmi non hanno coscienza di ciò che stanno analizzando, si limitano ad analizzare dati secondo precise indicazioni impartite dal codice. È l’essere umano che deve poi capire come valutare gli output ottenuti dalle analisi e utilizzarli nel modo giusto. E’ proprio questo il trend principale: la comprensione delle funzionalità dell’intelligenza artificiale e il corretto uso dei risultati come strumenti di supporto alle decisioni e non come “oracoli”. Ci vuole consapevolezza da parte delle persone delle reali potenzialità e possibilità dello strumento, per usarlo senza “abusi”, ma in modo corretto. È questo il passaggio cruciale, il trend, se così vogliamo chiamarlo, più importante nel prossimo periodo.
I risultati poco soddisfacenti di alcuni progetti basati sull’AI insegnano come sia necessario investire, prima che nella tecnologia, nell’educazione degli utilizzatori. È necessario che i fruitori di AI acquisiscano consapevolezza di valutare in maniera critica i risultati delle analisi e che gli algoritmi vadano alimentati sempre con nuovi dati corretti e che i feedback siano fondamentali al fine di migliorare i risultati.
Come avrete avuto modo di notare dall’ultimo punto, gli algoritmi, le possibilità e gli ambiti evolveranno sempre, ma l’uomo resterà inevitabilmente centrale in questo processo. La tendenza più rilevante, ma tutt’oggi sottovalutata e poco considerata, è proprio questa: la consapevolezza di tutti noi nei confronti dello strumento, per garantirne un uso profittevole e responsabile allo stesso tempo.