Se il mercato del retail cercava un’annata di normalizzazione, dopo gli eccessi del biennio pandemico, non sarà il 2022 a soddisfarne il bisogno. Dagli aumenti dei costi delle materie prime alla guerra in Ucraina, dalla siccità al nuovo rapporto tra i consumatori e il web, sono diversi gli elementi che stanno contribuendo all’evoluzione dell’approccio al consumo e stanno guidando l’agenda delle aziende.
Qualche settimana fa NielsenIQ ha condotto uno studio globale: “The New Economic Divide”, per sottolineare come un certo divario economico, delineatosi dopo la pandemia, stia suddividendo i consumatori in cinque cluster con abitudini e caratteristiche ben definite.
Comportamento dei consumatori, il nuovo studio
Secondo NielsenIQ vi sono dunque gli “Strugglers”, ossia quegli italiani – il 10% circa della popolazione – che nella pandemia si sono trovati in condizione di incertezza economica che perdura ancora oggi; seguono i “Rebounders”, coloro che nell’emergenza pandemica hanno perso i lavoro o ridotto vistosamente gli introiti, ma oggi sono di nuovo sulla breccia (ammontano a circa il 14% della popolazione); quindi i “Cautious”, ossia gli individui che non hanno risentito del covid dal punto di vista finanziario, ma rimangono prudenti nelle spese (è la categoria più rappresentata, con il 52% dei consumatori); poi gli “Unchanged”, le persone che non solo non sono stati danneggiati dall’emergenza ma hanno mantenuto i consumi degli anni precedenti (18%), e infine i “Thrivers”, ossia coloro che durante la pandemia hanno risparmiato o guadagnato denaro sentendosi dunque più sicuri finanziariamente rispetto a prima (7%).
«Gli ultimi due anni hanno notevolmente cambiato le priorità e le scelte d’acquisto delle persone» ha spiegato Luca De Nard, amministratore delegato di NielsenIQ «per il settore retail diventa quindi importante comprendere le nuove esigenze del pubblico e rimodulare le strategie di marketing. In uno scenario in cui permangono ancora molte incertezze, molte famiglie verranno finanziariamente colpite e la cautela di chi compra allargherà il divario economico. I brand devono iniziare ad analizzare con attenzione i feedback dei propri clienti puntando sempre di più a una “targettizzazione” delle attività promozionali».
Comportamento dei consumatori, l’ottimizzazione dell’offerta
In Premoneo ne siamo convinti da tempo, ma per cogliere questa sfida è necessario che le aziende siano pronte a compiere alcuni passi. Rivedere i processi interni e i modelli organizzativi, sviluppare nuove competenze e costruire una cultura digitale aziendale sono infatti, dal nostro punto di vista, le priorità su cui le imprese del largo consumo italiano dovranno concentrarsi per affrontare questo ulteriore step nel percorso della trasformazione digitale.
Servirà un cambio di passo per convincere un consumatore più riflessivo, che cerca e trova maggiori sicurezze nell’ambito delle mura domestiche, più pianificatore e meno impulsivo (gli italiani che acquistano d’impulso sono diminuiti negli ultimi sei mesi di tre milioni) e poco soddisfatto delle esperienze di shopping (solo il 38% lo è). Preoccupato del costo della vita, decide di sprecare di meno, è attento all’efficienza energetica di ciò che acquista (nel tech in particolare) e ama le promozioni. Queste le principali caratteristiche del nuovo consumatore dopo la pandemia e dentro la guerra, secondo le ultime analisi di Gfk Italia esposte poche settimane fa nell’incontro “Guida per tempi incerti”.
Comportamento dei consumatori, crescita della soddisfazione con AI e scienza dei dati
Tempi caratterizzati dal permanere di disequilibri economici, sociali, geopolitici con l’innovazione scientifica e tecnologica che continua a rimescolare le carte costringendo a cercare nuovi equilibri. Che non si trovano mai. Secondo GFK Italia però, si è rafforzata la modalità “phygital”: nel primo trimestre di quest’anno il 53% delle famiglie italiane acquista sia online sia offline, con una crescita di 5,4 punti sullo stesso periodo del 2021, spendendo il 23% in più di chi acquista solo in negozio e il 12% in più della media delle famiglie.
Un quadro da affrontare nel segno della Scienza dei Dati e delle tecnologie di Intelligenza Artificiale che permettono di far evolvere la customer experience e rafforzare il rapporto tra brand e consumatori.
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