Quando si parla di digitalizzazione delle imprese italiane, il rischio è sempre quello di farsi assalire dalla negatività. Non è un mistero, infatti, che il tessuto produttivo italiano sia ancora complessivamente lontano dagli standard europei. Seppur l’88% delle Pmi sia consapevole del fatto che le innovazioni digitali siano necessarie per lo sviluppo del business, soltanto il 26% di queste realtà in Italia ha raggiunto un livello di maturità tecnologica tale da consentire di competere sul mercato globale.
Digitalizzazione delle imprese, le ricerche
A dirlo è la ricerca sul rapporto tra imprese, innovazione e digitalizzazione 4.0 dell’Osservatorio Innovazione digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano. Questo ritardo, però, non riguarda solo le PMI. L’Italia è da sempre caratterizzata da una bassa penetrazione digitale nei principali settori dell’economia: secondo l’indice DESI (Digital Economy and Society Index) 2020 il nostro Paese è al 25esimo posto su 28 stati Ue. Come sappiamo, la pandemia da Covid-19 ha portato ad un incremento verticale della domanda di servizi digitali dando un definitivo impulso alla ormai “mitologica” transizione digitale.
Digitalizzazione delle imprese, il Pnrr
Da qualche mese, inoltre, è stato definito il pacchetto di incentivi alla ripresa economica, che il nostro Governo ha battezzato “Pnrr”. Il piano prevede un budget di circa 222 miliardi di euro, il 27% dei quali destinati alla transizione digitale. La speranza è dunque che l’iniezione di questi capitali possa accelerare un processo che abbia una forte ricaduta sulle imprese, a partire dalle infrastrutture digitali. Dal nostro osservatorio, in Premoneo, notiamo ancora oggi una certa resistenza, da parte di proprietà e management, lungo la via della trasformazione digitale delle aziende, soprattutto di quelle con una certa storicità, che hanno saputo imporsi sul mercato già nel secolo scorso.
Digitalizzazione delle imprese, l’importanza del change management
Quello che ricordiamo ai nostri clienti e ai nostri stakeholder è che il requisito fondamentale per avere successo in questo percorso è poter contare su un top management consapevole dei benefici del digitale, in grado di trasferire, in primis ai propri colleghi, il “senso” del percorso, gli obiettivi da perseguire e i vantaggi che si otterranno. Non è sempre da un top management “illuminato” che inizia la trasformazione digitale; spesso sono le criticità e le situazioni d’emergenza il casus belli che porta a superare la consuetudine e a far leva sull’innovazione.
Digitalizzazione delle imprese, pianificare il cambiamento
La digitalizzazione aziendale, però, ha i suoi tempi e i suoi metodi e va pianificata come un’evoluzione graduale, accompagnata con un piano di change management che coinvolga attivamente tutto il personale. Spesso in Premoneo diventiamo i primi testimoni di questo passaggio chiave, iniziando il lavoro con un’analisi approfondita delle esigenze dell’azienda e dei propri clienti. Il progetto pilota con cui iniziamo a lavorare scaturisce così da un processo di assesment, un’analisi e una mappatura dei processi che aiuti il management a comprendere la reale efficienza delle attività in essere e il livello di ottimizzazione che si può raggiungere attraverso l’introduzione di metodologie innovative.
Digitalizzazione delle imprese, obiettivo ottimizzazione
Digitalizzare i processi aziendali però non significa solo aggiornarli o affiancarli da nuove metodologie: la nostra esperienza ci insegna che è fondamentale ripensarli e riscriverli, estraendo il massimo valore dalle competenze interne e dalle potenzialità che le piattaforme e i servizi digitali possono garantire. L’obiettivo finale del percorso, secondo noi di Premoneo è l’accelerazione e l’ottimizzazione dei processi, per migliorare i risultati, accorciare le distanze, comprimere i tempi e liberare risorse: effetti che in poco tempo diventano visibili anche nei conti aziendali permettendo di generare un ritorno sugli investimenti più che soddisfacente.